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martedì 17 gennaio 2017

Allagamenti in città e sfogo a mare del fiume Pescara

Pescara, lunedì 16 gennaio 2017


Abbiamo verificato di nuovo oggi, con la perturbazione che sta investendo la regione, e che ha causato gli allagamenti della città di Pescara sia a nord (quartiere pescatori e ristorante La murena) sia a sud (zona di Porta Nuova), che il livello del fiume, quando cresce, ostacola anche il deflusso del sistema fognario della città verso il mare.

Le cause sono state quattro e concomitanti:
  1. La piena del fiume
  2. La mareggiata da levante che ha ostacolato il deflusso
  3. Il mammellone di interrimenti che si è creato alla foce della canaletta e che ha determinato la chiusura del porto la settimana scorsa; 
  4. il mancato dragaggio da quattro anni del canale.

 
Figura 1: il mammellone di interrimenti che si era creato nel 2012 all'imboccatura della canaletta e che ostacolava la navigazione, simile a quella odierna.


 
Figura 2: le batimetrie in 3d del porto-canale e dell'avamporto (2012).


Sia che le acque del sistema fognario vadano (come adesso) in parte direttamente nel fiume sia che passino prima per il depuratore (insufficiente anche in tempi asciutti e soleggiati) e poi escano depurate tutte da esso,  il problema di una regolazione del deflusso del fiume verso il mare resta irrisolto.

E regolare il deflusso significa avere la possibilità di aggiungere un’extra-uscita anche in tempi come questi, con una piena non eccessiva, oltre che durante una piena come quella del 2013 o quella (disastrosa) del 1992.

Ricordiamo a tutti che ci fu una sostanziale differenza tra la piena del 1992 (che fece danni) e quella del 2013 (no): ladifferenza fu che nel 2013 il porto-canale era stato da poco dragato a fondodal Provveditorato; nel 1992 invece erano anni che non veniva dragato e non trovando il fondale sgombro da sedimenti, la piena del fiume esondò e disormeggiò e affondò alcuni piccoli pescherecci.



Mentre invece quella del 2013 defluì tranquillamente in mare senza far danni (esondò per un breve tratto di fronte al Circolo Canottieri, tratto mai dragato dalla costruzione del porto-canale). Ma impedì al sistema fognario di Porta Nuova di defluire nel fiume.

Questo per ribadire che mantenere il fondale pulito a – 4 metri (come da progetto) non è solo buona cosa per le manovre dei pescherecci o per il rischio di esondazione  ma anche per il deflusso di una piena non grande come quella di oggi.

In occasione delle Osservazioni al PRP avevamo avanzato l’idea (oltre alla costante pulizia del porto-canale) che sarebbe buona cosa costruire una saracinesca stagna sotto la banchina della Madonnina, da alzare alla bisogna in caso di piena.

Essa tornerebbe utile non solo per evitare un’esondazione, nel caso più pericoloso, ma anche per evitare che il livello del fiume semplicemente si alzi e che il sistema fognario venga “tappato”, di modo che le acque di raccolta piovane o anche semplicemente quelle fognarie siano ostacolate nella loro corsa verso il mare, quando, come oggi, la perturbazione si accompagna oltretutto ad una mareggiata da greco-levante che fa anch’essa da ostacolo ad un veloce scivolamento del flusso.

E’ quello che è accaduto oggi e per questo motivo si sono allagate sia le zone a nord del fiume sia quelle a sud, entrambe le più vicine alla foce.

Figura 3: la saracinesca sotto la banchina della Madonnina, e il canale di scolo verso la spiaggia.


Figura 4: le saracinesche stagne sotto la banchina della Madonnina, poco prima del Ponte del Mare


La saracinesca funzionerebbe come una specie di troppo pieno che permetterebbe all’eccesso di acque di defluire facilmente verso la spiaggia della Madonnina (che è sottoflutto al levante, riparata dai vecchi moli guardiani), dov’è adesso l’oasi naturale a fianco dei circoli velici della Lega Navale Italiana e del Quadrante.

Per creare il canale di scolo bisognerebbe rimuovere solo la recinzione dell’area data in concessione ai canottieri, che sono prossimi oltretutto a tornare presso la loro sede naturale, il Circolo Canottieri sul fiume, in via di ristrutturazione.

Sarebbe bene che l’Amministrazione prendesse in seria considerazione questa soluzione (avallata anche dai tecnici che ci accompagnano) in occasione della definizione del nuovo assetto portuale.




                                                                                               

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