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mercoledì 4 ottobre 2017

Diga foranea: parte il cantiere per il taglio, secondo il PRP (ridotto)


Settembre 2017
                                                                           

                                                                                                Agli Amministratori locali 
                                                                                           e alla Direzione Marittima  
                                                                                           Pescara



Visto che oramai l'Amministrazione procede verso la realizzazione del PRP (Piano Regolatore Portuale) in versione ridotta, senza la darsena pescherecci, ci permettiamo di fare presenti ancora una volta quali sono le criticità del progetto e i problemi di fronte ai quali la stessa Amministrazione si troverà; problemi che d'altronde sono stati in parte già evidenziati nelle Osservazioni fatte in fase di VAS dai comandanti e dall'Ordine degli Ingegneri. 
Il Piano Regolatore Portuale originale. In colore marrone le strutture attuali; in colore grigio quelle da costruire.


Guardando il PRP  nella versione ridotta (sotto), cioè senza la darsena pescherecci prevista in origine a sinistra del fiume deviato, osserviamo di nuovo quanto segue:

Ingressi pericolosi

I pescherecci che sarebbero dovuti rientrare nella darsena (con un ingresso a maestrale ugualmente sbagliato) adesso si troveranno ad avere a che fare con l'imboccatura sulla foce del fiume rivolta a greco-levante.


Il PRP ridotto: le frecce in neretto rappresentano le traversie locali.  A dx la rosa dei venti e  sotto il clima ondoso prevalente.


Dato che le traversie locali sono prevalentemente due, quella dal I quadrante (nord) e quella dal II quadrante (est), è facile immaginare che i pescherecci che dovranno rientrare nel fiume deviato con traversia da nord si troveranno ad offrire il fianco ai marosi,  con ciò facendo correre pericoli alla barca e all'equipaggio.

Ma l'aspetto più importante è che i pescherecci che si troveranno a rientrare in  condizioni di burrasca (ma anche di mare 4-5) nel fiume deviato avranno poco spazio sottovento al nuovo molo per manovrare in sicurezza. 
Infatti la larghezza del nuovo tratto di foce è di 70 metri e la larghezza della nuova imboccatura di poco superiore (si consideri che quella attuale è di 180 metri. V. figura sopra): considerando che i pescherecci che stanno in mare anche in condizioni meteo difficili sono quelli più grandi, che misurano intorno ai 30 metri di lunghezza, è facile immaginare che lo spazio per manovrare in sicurezza all'imboccatura è molto piccolo per cui rischiano di andare a sbattere sugli scogli della diga tagliata, sottovento, soprattutto in caso di traversia da nord anche di forza modesta.
Ma in caso di burrasca dovranno per forza di cose cercare riparo nel porto di Ortona.

E' questa la soluzione più giusta per un porto nuovo che vede l'attività della pesca fra le sue due principali voci di sostegno (l'altra è quella del traffico petrolifero) ?

La stessa problematica (v. figura sotto) riguarda le navi che dovranno rientrare nel bacino commerciale, anche se lo spazio per manovrare in sicurezza è molto più grande e i pericoli di manovra all'imboccatura saranno evidenti soprattutto con traversia dal I quadrante.


Il PRP con gli ingressi difficili: in rosso le traversie prevalenti.

Risacca

Le due imboccature (quella del fiume deviato e quella del bacino commerciale) sono aperte a levante-scirocco ed è evidente che la risacca da quella direzione le investirà in pieno. 
In particolare, la risacca da levante si infilerà facilmente nel fiume deviato essendo previsto che sarà costruito senza quelle palafitte che potrebbero smorzare il moto ondoso.

E' facile immaginare che la risacca potrà risalire lungo il nuovo tratto di foce e arrivare nel canale largo dove ormeggiano i pescherecci, compromettendo la sicurezza dell'ormeggio come successe negli anni '80 quando vennero lisciate le palafitte dei due moli guardiani.


Il PRP ridotto e i fenomeni di RISACCA (frecce blu)


D'altra parte, nel bacino commerciale, le due banchine di nord e di nord-ovest saranno completamente scoperte alla risacca da levante-scirocco, compromettendo l'ormeggio delle navi per buona parte dell'anno.

Interrimenti e Dragaggi

Si presume che la corrente del fiume nel nuovo tratto di foce si dimezzerà rispetto a quella attuale nella canaletta del porto-canale, che è di circa 3 nodi (in media durante l'arco dell'anno).                                            
Passerà cioè dagli attuali 3 nodi a circa la metà in quanto la larghezza dell'alveo del fiume deviato sarà quasi doppia, 70 metri, rispetto a quella della canaletta attuale, 40 metri.                                                                               
il PRP ridotto e in sovrapposizione la Rosa dei Venti, e le velocità della corrente del fiume


                                        
E' noto, secondo le regole della fluidodinamica, che una corrente che incontra un restringimento dell'alveo aumenterà la sua velocità (come nella canaletta); così come una corrente che incontra un alveo di larghezza maggiore, a parità di profondità, diminuirà la sua velocità (come nel nuovo tratto di foce):



Confronto tra le velocità nella canaletta del porto-canale attuale e nel nuovo tratto di foce


Poichè la corrente del fiume si dimezzerà, di conseguenza il deposito di limo nell'alveo del nuovo tratto di foce invece aumenterà in proporzione. 
Quindi il nuovo tratto di foce sarà soggetto a notevoli interrimenti e ad una diminuzione della sua profondità, man mano nel tempo sempre maggiori. 

Secondo il progetto, è previsto che il nuovo tratto di foce abbia una profondità di 5 metri. 
E' facile presumere che dopo i primi tre-quattro anni, saranno necessari notevoli dragaggi per i quali non saranno sufficienti le risorse economiche nè saranno disponibili nuove vasche di colmata (inesistenti nel PRP, a meno che non si voglia continuare ad usare quella attuale).

Poichè l'Amministrazione ha deciso di far approdare nel fiume anche i pescherecci, dopo aver eliminato dal PRP la darsena ad essi riservata, dovrà ricorrere ad una regolare manutenzione di dragaggio del nuovo tratto di foce, e del canale largo destinato all'ormeggio, per mantenere una profondità sufficiente alle loro evoluzioni. 

I pescherecci hanno un pescaggio, quasi tutti i più grandi, intorno ai 3,5 metri. 
Quanto tempo impiegherà il nuovo tratto di foce a riempirsi di limo del fiume ? Due, tre anni ? Quattro anni ? 
A quel punto l'Amministrazione dovrà farsi carico di quel dragaggio che invece con la realizzazione del PRP vorrebbe eliminare.

Nell'attuale assetto di porto-canale, sappiamo dai dati storici che la quantità di limo che vi si deposita è dell'ordine di 30.000 mc all'anno. 
Quanto limo si depositerà nel nuovo tratto di foce in cui la corrente sarà rallentata ? Il doppio ? Ha fatto un calcolo di tali quantità l'Amministrazione ?

Un calcolo approssimativo si può fare guardando con attenzione l'immagine di sopra dello studio dell'istituto DHI; è evidente che la velocità della corrente, man mano che ci si avvicina alla foce, diminuirà ancora di più, fino ad avere un valore di 0,5 nodi (1 m/s) alla imboccatura. 
Ad una velocità ridotta al minimo, la deposizione di limo in quel tratto sarà ancora maggiore, tale da formare quella barra di foce notoriamente pericolosa per la navigazione. 

Questo fenomeno è stato d'altronde evidenziato anche nella successiva indagine di Beta Studio (v. sotto), in cui si prevedono notevoli interrimenti alla foce del fiume deviato, dell'ordine di 2 metri annui (colore rosso), che renderanno ancora più difficile la navigazione:



da Beta Studio: la foce del fiume sarà interessata da notevoli depositi di limo essendo in quel punto la corrente molto debole.



Anche il bacino commerciale presenta una notevole predisposizione ad interrarsi.
Essendo completamente aperto alla traversia dal II quadrante, Est, è facile immaginare che il trasporto solido litoraneo andrà a depositarvisi facilmente.
E per di più c'è da considerare che il bacino commerciale parte già con un deficit iniziale di 1,5 metri perchè, come da progetto, dovrà essere dragato fino alla quota di -8 metri, in un punto dove invece le profondità naturali sono dell'ordine dei 6,5 metri, max 7 metri.
Sarà veramente impresa ardua mantenere perciò la profondità di -8 metri, e permettere che la petroliera e i traghetti possano manovrare, senza ricorrere a importanti operazioni di dragaggio.

I sedimenti, a causa del prolungamento della diga foranea, tenderanno ad interessare anche l'avamporto del bacino commerciale, come è evidente dall'immagine seguente:



Le frecce rosse nel disegno indicano i due moti ondosi prevalenti nei paraggi. Il bacino commerciale è fortemente interessato dal trasporto solido proveniente da Est.

Quindi i dragaggi necessari a mantenere le profondità di progetto dovranno essere frequenti e di tale portata che non si troveranno facilmente nè le risorse economiche nè i siti dove stoccarli, trattandosi pur sempre di materiali inquinati di aree portuali.


Rischio esondazione

Il problema principale che l'Amministrazione vuole risolvere con l'adozione del PRP è quello del rischio esondazione.

Negli ultimi 25 anni ci sono stati due fenomeni naturali di pioggia eccezionale, nel 1992 e nel 2013.
Entrambi dell'ordine di 100 mm di pioggia caduta in meno di 24 ore, simili fra di loro anche se non proprio uguali.

Nel 1992 la piena conseguente, avendo trovato il porto-canale intasato di detriti, poichè erano almeno 10 anni che non veniva dragato, esondò in maniera rovinosa e l'onda di piena affondò alcuni piccoli pescherecci.

Quei pescherecci affondarono alcuni nel canale altri subito dopo la canaletta, in mare aperto. 
E i borghi vicini alla foce si allagarono.

Nel dicembre del 2013 invece la piena trovò il porto-canale completamente pulito ad una profondità uniforme di -4 metri poichè era da poco stato ultimato il dragaggio eccezionale di 250.000 mc.
E la piena scivolò in mare senza fare danni nè ai pescherecci nè ai borghi vicini.


Pianta e sezione longitudinale del porto-canale: in colore rosso è segnato l'unico tratto in cui la piena del 2013 esondò: quello fra il Circolo Canottieri, dove inizia il porto-canale, e il vecchio Club Nautico.


La piena esondò soltanto parzialmente nel tratto che va dal Circolo Canottieri al Ponte Risorgimento che non era stato dragato nell'occasione e che comunque non è stato mai dragato dalla costruzione del porto-canale cioè dagli inizi del secolo XIX (nel 2013, come ancora adesso, in quel tratto c'erano e ci sono non più di 1/1,5 metri di profondità solo al centro del canale invece dei  -4 metri uniformemente previsti dal progetto iniziale dell'ing. Mati).

Ma la piena sostanzialmente passò indenne, avendo trovato il porto-canale pulito.

Dall'esperienza fatta si deduce che sarebbe sufficiente quindi che l'Amministrazione mantenga pulito il porto-canale ad una profondità di -4 metri per eliminare il rischio di esondazione. 
Perlomeno per un evento di pioggia dell'ordine di 100 mm in 24 ore. 

Invece l'Amministrazione non vuole più farsi carico del problema dragaggio.
Ma abbiamo visto che anche con la deviazione del fiume il problema non verrà risolto, almeno dopo i primi tre-quattro anni dalla sua costruzione.
Perchè il fiume sedimenterà come prima (se non di più) e sarà necessario mantenerlo ad una profondità di -4/-5 metri come da progetto.

Quindi l'Amministrazione dovrà per forza di cose farsi carico di nuovo del problema dragaggio, almeno per il rischio esondazione, ma anche per permettere ai pescherecci di manovrare nel canale e lungo l'asta del nuovo tratto di foce.

Conclusioni

Abbiamo voluto evidenziare queste quattro criticità del PRP in modo che l'Amministrazione sappia bene a quali rischi va incontro con la realizzazione dello stesso.

Noi siamo del parere che una volta impostato in questo modo l'assetto del porto, dopo non sarà più possibile adottare nessuna soluzione atta a metter riparo a tutte le criticità sopra descritte.

Avevamo a tal proposito offerto all'Amministrazione una soluzione di assetto portuale diversa, a porto-canale invece che a bacino, che avrebbe risolto quasi tutti i problemi succitati, ed anche quelli economico-finanziari.

Realizzandola, sarebbe rimasto solo il compito per l'Amministrazione di fare quel dragaggio annuale (e storico) di 30.000 mc e a tal fine avevamo previsto anche una nuova cassa di colmata, visto che quella attuale sulla banchina di levante sarebbe dovuta servire per gli usi del traffico passeggeri.


La Proposta alternativa: in colore rosso i nuovi moli da realizzare; in colore grigio le opere esistenti.


Ma purtroppo non è stata recepita (era stata analizzata sotto tutti i punti di vista, mancava solo il progetto definitivo e il computo metrico).

Adesso non ci resta che augurarci di esserci sbagliati e che le criticità sopra evidenziate per il PRP svaniscano e augurarci che questo assetto di porto funzioni bene nel tempo e non solo agli inizi della sua realizzazione.  



Settembre 2017